mercoledì 31 agosto 2011

14 TEORIE DELLA COSPIRAZIONE CHE I MEDIA ORA RICONOSCONO COME FATTI

End of the American Dream
Quante volte avete sentito i principali media minimizzare alcuni punti di vista etichettandoli come "teorie del complotto"? Sembra che uno dei modi più semplici per sminuire qualcosa sia quello di etichettarlo come qualcosa cui solo "teorici della cospirazione" presterebbero attenzione. Beh, sai una cosa? Un bel po’ di quello che dicono i "teorici della cospirazione" è corretto, mentre quanto i principali media dicono che non risponde al vero. Abbiamo, infatti, un grande debito nei confronti dei "teorici della cospirazione" perché visitano luoghi e studiano cose di cui i principali media non si interessano nemmeno. La realtà è che questi ci dicono solo quello che il governo e le multinazionali vogliono farci sentire e gran parte delle volte resta alle fonti alternative l’onere di cercare di capire quale sia l’effettiva verità. Quindi non disprezzate le teorie della cospirazione o i teorici della cospirazione. In un mondo in cui quasi tutto ciò che viene detto è una bugia, la verità può essere molto difficile da trovare.

Le seguenti sono teorie della cospirazione che i media ora riconoscono come fatti.

#1 Fukushima inabitabile
Lo scorso aprile ho pubblicato un articolo intitolato "Gran parte del nord del Giappone inabitabile a causa delle radiazioni nucleari?" A quel tempo quasi i media mainstream insistevano nell’asserire che a Fukushima non era accaduto nulla di simile a Chernobyl e che coloro che vivevano vicino a Fukushima avrebbero potuto presto fare ritorno alle loro case.
Bene, alla fine si scopre che quelli di noi che temevano il peggio avevano ragione. Basta considerare la seguente citazione dal New York Times:
“Lunedì alcuni media hanno riferito che ampie aree intorno alla distrutta centrale nucleare di Fukushima Daiichi potrebbero essere dichiarate inabitabili, forse per decenni, dopo che le indagini fatte effettuare dal governo hanno rilevato che la contaminazione radioattiva ha superato i livelli di sicurezza”.

giovedì 25 agosto 2011

Russia, omicidio Politkovskaya: arrestato ex poliziotto

È un ex colonnello. Avrebbe organizzato e armato il commando omicido. Ancora sconosciuto però il mandante che ha commissionato l'azione
Le autorità russe ieri sera hanno posto in stato di arresto un ex poliziotto, accusato di aver preso parte all'organizzazione dell'omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaya.
Si tratta del colonnello Dmitry Pavlyuchenkov, ex responsabile della sezione pedinamenti della polizia di Mosca, ritenuto l'organizzatore del commando, al quale avrebbe fornito le armi. Lo avrebbe fatto dietro pagamento da parte di un committente che però non è stato ancora individuato.

lunedì 22 agosto 2011

LIBIA, AFRICA E IL NUOVO ORDINE MONDIALE: UNA LETTERA APERTA

Ai popoli dell’Africa e del mondo che si preoccupano degli Africani

FONTE: Pambazuka News
Noi, sottoscrittori, siamo cittadini comuni dell’Africa che sono immensamente addolorati e arrabbiati che i compagni Africani sono e sono stati sottoposti alla furia della guerra dalle potenze straniere che hanno chiaramente ripudiato la nobile e davvero rilevante visione conservato nello Statuto delle Nazioni Unite.
L’iniziativa di pubblicare questa lettera è ispirata dal nostro desiderio, non di appoggiare, ma di proteggere la sovranità della Libia e il diritto del popolo libico di scegliere i propri dirigenti e di determinare il proprio destino.
La Libia è un paese Africano.

Il 10 marzo il Peace and Security Council dell’Unione Africana ha adottato un’importante Risoluzione (3) che descrive il processo di pace per risolvere il conflitto libico, che consiste negli obblighi dell’UA che vanno sotto il Capitolo VIII dello Statuto dell’ONU.

martedì 16 agosto 2011

Piccolo Manuale di Sopravvivenza ai Blackout Comunicativi


Il mondo arabo è in rivolta ed i governi cercano di reagire anche tagliando le comunicazioni, prima fra tutte Internet. Riporto qui di seguito un brevissimo manualetto di sopravvivenza a questo tipo di blackout.

Isolamento Internet Internazionale

Fonte : Alessandro Bottoni

Questa è la situazione i cui vivono abitualmente i cittadini cinesi: una catena di firewall filtra (e registra) il loro traffico Internet e li isola dal mondo esterno. Non possono accedere ai siti che parlano male del governo nazifascista di Pechino ed a molti servizi di comunicazione che potrebbero essere usati per organizzare rivolte restando fuori dalla portata della polizia Cinese.
Questa è anche la situazione in cui si sono trovati a vivere gli egiziani appena prima della caduta di Mubarack. Nel loro caso, la polizia ha ordinato ai gestori di un grosso datacenter situato a Il Cairo, il datacenter “Ramses”, di isolare l’una dall’altra le reti dei quattro principali ICP/ISP egiziani (“Internet Connection Provider”, o “Internet Service Provider”) e di isolare tutte queste reti dal resto di Internet. L’effetto finale è stato un blackout (apparentemente) totale.
Sembrerebbe una situazione senza speranza ma non è così.

Vecchi modem analogici

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