(mollato anche da Marcegaglia)
Il cda dell'editrice di Confindustria ha definito impropria la sfiducia espressa dai giornalisti del Sole 24 ore sul direttore Gianni Riotta. Che ha ottenuto il sostegno dei consiglieri della cerchia del presidente della Ferrari
Fronde confindustriali in manovra al Sole 24 Ore. Luigi Abete, che tra gli affari di famiglia conta anche l’editoria, non è proprio un novellino del settore. Eppure ci sarebbe proprio lui dietro il giudizio del cda dell’editrice di Confindustria che venerdì ha definito impropria la sfiducia della redazione al direttore Gianni Riotta.
Un giudizio del tutto “irrituale, improprio e sorprendente”, come ha risposto a stretto giro il sindacato del Sole puntualizzando che il referendum sul direttore è una prerogativa “propria e intangibile dell’assemblea dei giornalisti” e “trova fondamento nella preoccupazione per la conduzione del giornale”. Tutte cose che i membri del cda del quotidiano sanno bene. Tuttavia, secondo quanto trapela da ambienti di Confindustria, nel corso della riunione di venerdì Abete, prendendo le difese di Riotta, avrebbe voluto bollare come illegittimo il voto dei giornalisti. Un intervento supportato da Aurelio Regina, rampante leader degli industriali laziali considerato tra i favoriti alla successione di Emma Marcegaglia alla presidenza di Confindustria. Eppure era stato lo stesso Regina, quasi un anno fa, a dichiarare che per il Sole era giunto il tempo di un cambiamento all’insegna dell’innovazione e dell’indipendenza. Come si spiega l’inversione di rotta? L’affondo degli amici di Montezemolo sarebbe l’ennesimo siluro alla Marcegaglia, che, invece, di recente avrebbe manifestato crescente insoddisfazione verso Riotta, che lei stessa aveva scelto nel 2009 e che ha salvato per il rotto della cuffia solo un mese fa.
Perso il sostegno del suo nume tutelare, il direttore del Sole sembra quindi aver trovato sponda presso la cerchia di Luca di Montezemolo, i cui screzi con la presidente degli industriali sono cosa nota. Come noti sono i legami del presidente della Ferrari con Abete e Regina, i due consiglieri del Sole che si sono tanto spesi per Riotta. Con un fervore tale da lasciare interdetto perfino il presidente dell’editrice, Giancarlo Cerutti e che è stato attenuato solo dall’intervento di un altro consigliere, Francesco Caio. Alla fine si è arrivati a una mediazione tra le parti. Il risultato, però, non cancella l’impressione che in Confindustria sia sempre più vicina l’ora della resa dei conti.
di Giovanna Lantini
da Il Fatto quotidiano del 13 febbraio 2011
Un giudizio del tutto “irrituale, improprio e sorprendente”, come ha risposto a stretto giro il sindacato del Sole puntualizzando che il referendum sul direttore è una prerogativa “propria e intangibile dell’assemblea dei giornalisti” e “trova fondamento nella preoccupazione per la conduzione del giornale”. Tutte cose che i membri del cda del quotidiano sanno bene. Tuttavia, secondo quanto trapela da ambienti di Confindustria, nel corso della riunione di venerdì Abete, prendendo le difese di Riotta, avrebbe voluto bollare come illegittimo il voto dei giornalisti. Un intervento supportato da Aurelio Regina, rampante leader degli industriali laziali considerato tra i favoriti alla successione di Emma Marcegaglia alla presidenza di Confindustria. Eppure era stato lo stesso Regina, quasi un anno fa, a dichiarare che per il Sole era giunto il tempo di un cambiamento all’insegna dell’innovazione e dell’indipendenza. Come si spiega l’inversione di rotta? L’affondo degli amici di Montezemolo sarebbe l’ennesimo siluro alla Marcegaglia, che, invece, di recente avrebbe manifestato crescente insoddisfazione verso Riotta, che lei stessa aveva scelto nel 2009 e che ha salvato per il rotto della cuffia solo un mese fa.
Perso il sostegno del suo nume tutelare, il direttore del Sole sembra quindi aver trovato sponda presso la cerchia di Luca di Montezemolo, i cui screzi con la presidente degli industriali sono cosa nota. Come noti sono i legami del presidente della Ferrari con Abete e Regina, i due consiglieri del Sole che si sono tanto spesi per Riotta. Con un fervore tale da lasciare interdetto perfino il presidente dell’editrice, Giancarlo Cerutti e che è stato attenuato solo dall’intervento di un altro consigliere, Francesco Caio. Alla fine si è arrivati a una mediazione tra le parti. Il risultato, però, non cancella l’impressione che in Confindustria sia sempre più vicina l’ora della resa dei conti.
di Giovanna Lantini
da Il Fatto quotidiano del 13 febbraio 2011
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